Movimento 5 Stelle: il grande camaleonte

Camaleonti pentastellati, Corriere del Ticino*, 2 giugno 2022

Sta scritto all’art. 11 della sua Costituzione che “L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.  È compatibile questo principio costituzionale con l’invio di armi all’Ucraina?

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  In un recente passato, nel caso dall’Afghanistan, l’Italia era già intervenuta militarmente in un teatro di guerra con reparti armati, ma definendo la propria presenza come missione di pacificazione. In teoria i militari italiani erano in Afghanistan con compiti di polizia e di ricostruzione dell’economia e della società locali, il che poi non era molto vero, ma aiutava a farlo credere all’opinione pubblica interna il contesto non europeo e la distanza dei luoghi.

Nel caso dell’Ucraina invece si tratta di forniture di armi e forse anche di invio di istruttori. Inoltre la situazione di guerra è evidente. Perciò è chiaro il senso dell’iniziativa. Resta il discorso della distinzione tra armi difensive, come ad esempi i razzi controcarro, e armi offensive come appunto i carri, ma è molto fragile; e per di più il governo italiano ha posto il segreto sul tipo di armi che sta fornendo. Si aggiunga poi il fatto che dai sondaggi risulta che la maggioranza degli italiani, mentre è d’accordo per il soccorso alla popolazione e per l’accoglienza dei profughi, è contraria appunto all’invio di armi all’Ucraina.

In questo contesto il Movimento 5 Stelle, che pure è uno dei partiti della maggioranza di governo, ha preso posizione contro tale invio. Il suo leader Giuseppe Conte l’ha detto più volte chiaramente, per esempio lo scorso 13 maggio incontrando a Roma i giornalisti della stampa estera. “Non mi diverto a creare problemi al governo, ma nessuno può chiederci di tacere”, ha detto il presidente del Movimento 5 Stelle, chiedendo che,” dopo il terzo decreto sugli equipaggiamenti da destinare a Kiev, l’esecutivo di Draghi non vari più provvedimenti in questo senso “.

Senonché passano pochi giorni e il 17 maggio, quando i parlamentari di Alternativa, un gruppo di fuorusciti dal Movimento 5 Stelle, presentano alla Camera un ordine del giorno in cui si propone di sospendere l’invio di armi a Kiev, il Movimento 5 Stelle vota contro insieme agli altri partiti della maggioranza. Un ordine del giorno è un atto non vincolante ma cosiddetto “di indirizzo dell’azione dell’esecutivo”. Un segnale politico, insomma. Nessun deputato della maggioranza prende la parola e l’ordine di scuderia è bocciare il testo. E anche i Cinque stelle, dicevamo, votano no. Come mai? Perché era “un’iniziativa velleitaria e fuori contesto”, dicono i pentastellati. E così la Camera boccia la proposta di sospendere il sostegno armato a Kiev con 353 no, 27 sì e 8 astenuti.  E della Costituzione non si parla.

Per spiegare quel che è accaduto i deputati M5s membri della commissione Difesa diffondono una lunga nota in cui dicono tra l’altro che da settimane si schierano “contro l’escalation militare in Ucraina chiedendo un voto in Parlamento in merito all’invio di ulteriori armi” ma trovano “velleitari e totalmente fuori contesto gli ordini del giorno al decreto Energia che chiedono la sospensione tout court delle spese militari e il blocco di qualsiasi atto di autorizzazione per l’esportazione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari. Sono ordini del giorno che metterebbero in ginocchio l’intero comparto della difesa riducendo sul lastrico i 300 mila dipendenti impegnati nel settore”. “In questo momento”, dichiarano, “serve serietà: non appoggeremo mai proposte strampalate e irresponsabili”.

Confermandosi in quel ruolo di grande camaleonte della politica italiana che lo caratterizza fin dall’origine, con questa girandola di posizioni, insomma, il Movimento 5 Stelle riesce a essere nel medesimo tempo partito di governo, portavoce dell’opinione pubblica contraria all’invio di armi all’ Ucraina e difensore degli interessi dei dipendenti delle industrie che producono armamenti.

*quotidiano della Svizzera Italiana

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Informazioni su Robi Ronza

Giornalista e scrittore italiano, esperto di affari internazionali, di problemi istituzionali, e di culture e identità locali.
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Una risposta a Movimento 5 Stelle: il grande camaleonte

  1. Bocian ha detto:

    Caro Dott. Ronza, mi pare che lei sculacci (giustamente) i ragazzini pasticcioni (M5S) ma non affondi abbastanza lo sguardo anche quando i pasticciacci li fanno i grandetti: l’applauditissimo “mai con i 5 stelle” di Zingaretti al congresso è ancora un video virale su youtube.
    E, a dirla tutta, mi pare che sorvoli sulle scivolate da intero casco di banana del Supremo, che in un incontro al Quirinale con la presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola, rivolgendosi ai ragazzi di Lecco e di Castellamare del Golfo ospiti del Colle ha affermato, riferendosi alle guerre: “non avremmo mai immaginato di vederne una in questo periodo, dentro il cuore dell’Europa” (https://www.quirinale.it/elementi/67291).
    Probabilmente si riferiva all’Ucraina e a Kiev, ma si è scordato Belgrado e la ex Jugoslavia (e sì che allora le bombe le abbiamo sganciate pure noi).
    Ergo: se i “nuovi arrivati” puzzano, non è che i “residenti da tempo” odorino di violette.
    Cordiali Saluti

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