Domenica scorsa, nella riflessione che precede l’Angelus, parlando ai fedeli e ai turisti riuniti in piazza San Pietro papa Francesco è tornato ancora una volta sulla guerra in Ucraina e sui timori per l’eventuale escalation nucleare. Mosca, ha detto, deve fermare la guerra e Kiev deve aprirsi a “serie proposte di pace”. Tanto più in questo momento, in cui in Italia sta per formarsi un nuovo governo e tutti i maggiori partiti sia di maggioranza che d’opposizione fanno a gara nel dichiararsi “atlantici”, vale la pena di ricordare che riguardo alla guerra in Ucraina esiste anche una posizione non “atlantica”, ossia non per tale guerra ad ogni costo, che è quella del Papa, nella quale per quanto mi concerne mi identifico totalmente e così pure si identificano in Italia e altrove tante altre persone. È evidente che gli Stati Uniti, che gli “atlantici” stanno giocando la carta di una guerra di esaurimento della Russia (da un punto di vista umano a spese dell’Ucraina) e che perciò non fanno e non appoggiano alcun serio tentativo di avviare colloqui di pace. Valutano infatti che Putin iniziando la guerra si sia infilato in una trappola e che l’occasione debba essere colta per farlo cadere. La grande stampa e le grandi tv occidentali, comprese quelle italiane, sono tutte schierate a difesa di questa linea, senza porsi poi il problema di quale sarebbe la Russia dopo Putin. E in tale prospettiva riferiscono le parole del Papa contro la guerra come un fervorino morale che egli fa…”in grazia dell’impiego”, ma che non importa nulla. Questo non è affatto vero: il Papa sta facendo una proposta precisa di negoziati per porre termine subito al conflitto. Una proposta che è in alternativa all’idea di continuarla sine die. Viene in mente al riguardo, sperando che Francesco abbia più successo, la posizione che Benedetto XV assunse nei confronti della Prima guerra mondiale. Di solito, quando ci se ne ricorda, si cita la sua definizione in un discorso del 1917 di tale guerra come di “un’inutile strage” (perciò Cadorna disse che meritava di venire impiccato per disfattismo), ma egli non si limitò affatto a questo. Dalla sua elezione nel 1914 ripetutamente condannò quella guerra che già nel 1915 definì “un’inutile carneficina” e in un suo discorso del 1 settembre 2017 illustrò una sua articolata proposta di negoziato tra i belligeranti che purtroppo venne accettata soltanto da Carlo d’Asburgo. Come allora Benedetto XV oggi Papa Francesco e la Santa Sede avanzano precise proposte di conclusione della guerra tramite negoziati, che vengono sistematicamente ignorate. Sarebbe bello se il prossimo governo italiano — pur inalberando lo stendardo atlantico di cui oggi in Europa non si può fare a meno — non si appiattisse sulla posizione degli Stati Uniti di Biden ma assumesse una linea più flessibile riguardo alla guerra in Ucraina cercando di aprire varchi a quanto sta proponendo il Papa. Speriamo ci siano parlamentari della maggioranza non immemori del fatto che molti loro elettori condividono quanto dice e quanto spera Francesco, e si mobilitino in tal senso. 4 ottobre 2022 |
Rubriche
Le Caricature di Marina Molino
Vedi anche:
Feed RSS
Varese, monumenti e paesaggi della città – Immagini di Carlo Meazza
Robi, hai sbagliato le date parlando di Benedetto xv
Grazie della segnalazione. Ho corretto.
A parte il refuso delle date, non 2000 ma 1900, come non essere d’accordo. Ben prima che il governo faccia le sue partite a scacchi, come sempre, sono sconcertata che non ci sia nessuna mobilitazione dei cristiani dal basso. Dove sono le veglie di preghiera? per la pandemia c’erano Rosari e preghiere, in tv e dappertutto. E ora per la guerra? che ancora una volta coinvolge Paesi cristiani? è meno di una pandemia?
Grazie della segnalazione. Ho corretto le date.
Aggiungo che sarebbe assolutamente incredibile se il Papa dicesse cose diverse da quelle che dice a proposito della guerra e delle guerre. Chiunque (o quasi) pensa che la pace sia meglio della guerra. Non solo molti di chi ha votato recentemente a destra lo pensa ma certamente anche la larghissima maggioranza di chi ha votato diversamente. Secondo me, riconoscendo che non siamo tutti uguali, sarebbe giusto ricordarlo se no si corre il rischio, anche in questo caso, di dividere i buoni (ritenuti tali) dai cattivi (ritenuti tali) Non è una esclusiva del Papa volere la pace. È strano comunque che non sia nato un forte movimento pacifista come in altre occasioni è successo. Carlo Meazza
E’ chiaro che non è soltanto il Papa a dire no alla guerra. Tra i grandi della terra è però oggi l’unico ad opporvisi, ed è questo che volevo mettere in luce facendo poi un paragone con Benedetto XV al tempo della Prima guerra mondiale.