Fermo restando che il governo fa benissimo a contrastare il fenomeno dei “rave party”, e che ci si può domandare come mai precedenti governi non l’abbiano fatto, che bisogno c’era per questo di introdurre per decreto un articolo apposito nel codice penale? Chi organizza una di queste riunioni viola già un gran numero di norme vigenti. Bastava allora semplicemente che il ministro dell’Interno allertasse le forze di pubblica sicurezza alle sue dipendenze di stare in guardia e di intervenire tempestivamente per impedire i “rave party” in base ad esse.
L’introduzione per decreto di un apposito articolo del codice penale, oltre ad essere superflua, sembra fatta apposta per dare fiato a un’opposizione uscita sconquassata e divisa dalle recenti elezioni e per dare argomenti a una stampa quasi tutta schierata contro l’attuale governo. Consente a Enrico Letta di stracciarsi le vesti e di definire l’iniziativa “un gravissimo errore” e persino di affermare che “I rave non c’entrano nulla con una norma simile. È la libertà dei cittadini che così viene messa in discussione”. Dà l’occasione a Giuseppe Conte di parlare al riguardo di “norme da Stato di polizia”. E al coordinatore di + Europa Giordano Masini, di dire che “il decreto del governo sui rave party, una volta letto il testo, ha tutta l’aria di essere una cosa ben più seria e più grave di quanto sembrasse ieri. Nella definizione di ‘terreni o edifici altrui, pubblici o privati’ ricade di tutto: i capannoni o i campi in cui vengono organizzati i rave, ma anche le università, i luoghi di lavoro, le piazze. E l’espressione ‘può derivare un pericolo per l’ordine pubblico’ è sufficientemente vaga per ricadere nell’arbitrio più assoluto. Di chi? essenzialmente dei prefetti, ovvero del governo”.
Se invece lo scioglimento dei rave party ad opera della polizia avvenisse in base alle singole norme vigenti che vengono violate in questi casi, la gente comune ne sarebbe comunque ben lieta e l’opposizione non avrebbe motivi per difendere questi caotici e distruttivi eventi spacciandoli per grandi espressioni della libertà di riunione sapendo che queste sciocchezze troveranno ampia eco sui giornali più diffusi. In tema di ordine pubblico ci sono un mucchio di cose che il governo può fare applicando norme vigenti che i governi precedenti avevano smesso di applicare. E per questo non occorrono decreti. Basta la volontà politica.
2 novembre 2022
Dunque, a quanto ho capito. Esiste un articolo del codice penale
https://www.brocardi.it/codice-penale/libro-secondo/titolo-xiii/capo-i/art633.html
“Invasione di terreni o edifici
Chiunque(1) invade [637] arbitrariamente terreni o edifici altrui, pubblici o privati(2) , al fine di occuparli o di trarne altrimenti profitto, è punito, a querela della persona offesa, con la reclusione fino a due anni o con la multa da 103 euro a 1.032 euro.
Si applica la pena della reclusione da due a quattro anni e della multa da euro 206 a euro 2.064 e si procede d’ufficio se il fatto è commesso da più di cinque persone o se il fatto è commesso da persona palesemente armata.”
Il 633 però non è applicabile ai rave perché dice “al fine di occuparli o di trarne altrimenti profitto”, dunque lascia fuori chi non ha intenzione di impossessarsi dei beni a tempo indefinito (“occupazione”) e chi non vuole lucrare economicamente con l’invasione, per esempio vendendo droga (cosa non immediata da provare e comunque non necessariamente valevole per tutti gli organizzatori). Restano fuori i teppisti che vogliono “solo” invadere un luogo per qualche giorno, senza necessariamente spacciare, solo disturbando e facendo casino. Condotta certo punibile con altri articoli, ma con pene così minime che non spaventano nessuno. Anche perché in Italia abbiamo purtroppo una magistratura generalmente molto vabbè che lo dico a fare. Infatti, dall’estero vengono apposta in Italia a fare i rave, visto che se ci provano in altri paesi hanno sanzioni molto più pesanti.
Onestamente non so se ci fosse veramente urgenza per giustificare il decreto legge, però trovandosi facendo un decreto per altre cose ci hanno messo di tutto (i famigerati decreti “omnibus”). Che poi la norma non sia scritta in modo ineccepibile, lo sanno anche loro, probabilmente sarà corretta in sede di conversione parlamentare.
P.S. non starei a preoccuparmi sul dare pretesti all’opposizione, tanto si lamenteranno sempre di tutto.
No i Rave Party e si Predappio? Ma allora non potrebbero organizzarli proprio a Predappio? Perché giudizi così severi e benpensanti nei confronti di giovani che si incontrano in quel modo? Chi siamo per giudicare così? Anche qui mi pare che giudizi così intolleranti, alla Giovanardi, siano frutto di un triste complesso di superiorità morale alla” Io so cosa è bene e cosa è male”
Questo non esclude che chi compie veri reati debba essere perseguito in base alla legge che vale, o dovrebbe valere, per tutti. Perché è giusto vietare a priori queste manifestazioni come mi sembra sia detto all’inizio dell’articolo? Nessuno si straccia le vesti ma fortunatamente molti prendono atto di certe cose, si preoccupano e lo dicono. Mi pare ci sia libertà di opinione no? Infine: mi pare, Robi, che cada in contraddizione. Prima dici che è giusto vietare i Rave party, poi dici che il governo ha sbagliato con quel decreto perché ha dato un’occasione a Letta e c. di “stracciarsi le vesti”.
Ho detto innanzitutto che non c’è bisogno di nuove leggi per bloccare i “rave party” osservando poi per inciso che con ciò il governo ha dato anche, per così dire gratis, spunti all’opposizione; ma questo è secondario. In quanto ai raduni di Predappio avvengono da anni, e già avvenivano quando il paese aveva sindaci del Pd. Non li vieta nessuno perché evidentemente non violano alcuna norma vigente. Sono soltanto agli occhi di molti, tra cui me, patetici o irritanti, ma spero che tu sia d’accordo nel ritenere che, in forza della libertà di espressione, non li si possano perciò impedire.
No no, in un pese democratico, come fortunatamente è il nostro e speriamo continui ad esserlo, manifestazioni come quelle di Predappio per me non sono un problema e nemmeno mi irritano. Che i sindaci precedenti del PD non siano intervenuti proibendoli mi pare sia un segno di rispetto democratico. Speriamo faccia altrettanto questo governo con altre manifestazioni a lui contrarie che è prevedibile ci siano. Le querele, reali o minacciate, di Crosetto e Santanchè nei confronti di chi pubblica notizie antipatiche che li riguardano non fanno ben sperare…
Perché il governo fa bene a contrastare il ” fenomeno” dei Rave party se non violano le leggi? È questo il governo “molto promettente”? Staremo a vedere e se necessario ci “stracceremo le vesti”. Il “main stream” di destra fatto di moralismo polveroso va bene e l’altro no? Sui muri, tempo fa, c’era scritto ” demistifichiamo i mistificatori demistificanti” …bei tempi!
Come non violano le leggi? Occupano e danneggiano stabili e terreni non loro. Abbandonano immondizie. Prelevano abusivamente energia elettrica senza pagarla, spacciano droga.
Per questi reati ci sono già le leggi. Lo spaccio di droga? Ci sarà certamente anche lì ma sai dove sono i grandi trafficanti di droga in Italia? Ma sai che capitali maneggiano? E sai invece quale è il consumo di quelle che chiami droghe ai Rave party? E di quali droghe si parla, leggere (la grande maggioranza) o pesanti? E l’alcool che si trova ovunque e che è molto più pericoloso? Non mi pare serva un moralismo alla “don Matteo” che lascia le cose come sono senza approfondire
Tutto fumo negli occhi…
Intervengono con piglio deciso contro i rave party, quanti ne fanno due tre l’anno?
mentre il paese ed i suoi abitanti agonizzano
Ci sono due modi di fare politica, uno più accorto e più defilato, che è stato richiamato dall’Autore dell’articolo ed un altro che segna il territorio e che manda un messaggio politico. Nei fatti io l’ho inteso come tale. Un segnale che vale a livello nazionale come internazionale. Non c’è più spazio per gli anarco-festival. Chi vuole esprimersi deve seguire le ordinarie misure di sicurezza e prevenzione, le medesime che anche qualsiasi piccola associazione deve osservare allorquando mette in opera un qualsivoglia spettacolo.
Quindi gli “anarco festival” se seguono le regolo possono essere organizzati! Giusto!
Giusto!
Per esempio, visto che secondo alcuni si tratta di semplici “manifestazioni di espressione giovanile” con annesso spettacolo musicale, sarebbe interessante applicare le stesse regole che vigono per le discoteche (a parte il pagamento del biglietto): proprietà dei locali, pagamento SIAE, controllo ingressi, servizi igienici, niente alcool (e tantomeno droga) a minorenni, autorizzazioni a somministrazioni di bevande, vie di sicurezza, etc. etc.
Sarebbe uno spasso.