Torna in scena il Galsi, il gasdotto Algeria-Italia via Sardegna,  l’occasione persa nel 2013

Sotto la pressione della crisi energetica scoppiata a seguito dell’attacco russo all’Ucraina si ritorna  adesso a parlare del Galsi, il gasdotto Algeria-Italia che era giunto alla fase del progetto esecutivo nel 2013 quando venne abbandonato cedendo alle pressioni della Russia che non vedeva di buon occhio la concorrenza del gas algerino al suo gas sul mercato europeo. I lettori abituali di questo sito si ricorderanno che ne scrissi più volte, come si può anche adesso andare a vedere mettendo la parola <Galsi> sulla finestrella del suo motore di ricerca interno. Si veda ad esempio Il gasdotto Algeria-Italia via Sardegna: una carta vincente che sarebbe meglio non buttare via, 7 giugno 2013.

 “Dando un ulteriore colpo a un progetto già traballante” scrivevo poi qui il 22 maggio 2014, “la Regione Sardegna è uscita dalla società nata per realizzare il Gasdotto Algeria Sardegna Italia, Galsi. In particolare per la Sardegna — tra l’altro l’unica regione italiana che non dispone di gas naturale in rete —  il Galsi sarebbe stato un’occasione storica. In generale per tutto il nostro Paese l’importanza strategica del Galsi dovrebbe essere ovvia: aprendo la via a ingenti importazioni di gas algerino il Galsi riequilibrerebbe il nostro sistema di rifornimento di energia rendendolo non più dipendente solo dalla Russia, dall’Est europeo e dal Caucaso”.  E per di più tale gasdotto creerebbe le premesse per la  crescita dell’interscambio con l’Algeria, che è a due passi dalla Sardegna e dal nostro Mezzogiorno e che ha grosse prospettive di sviluppo.

La vicenda della sospensione del progetto, di cui sono responsabili in Italia  le forze politiche più diverse, la dice lunga sulla sostanza del potere nel nostro Paese e nell’Unione Europea, e si presta a meste riflessioni.  È evidente che l’attuale interruzione delle forniture di gas russo avrebbe avuto tutt’altro impatto sulla nostra economia e su quella del resto dell’Unione se avessimo già potuto disporre del Galsi, un gasdotto in parte subacqueo e in parte terrestre — lungo complessivamente 837 chilometri e capace di trasportare 8 miliardi di metri cubi di gas naturale all’anno — che dall’ Algeria  raggiungerebbe Piombino in Toscana dopo aver percorso tutta la Sardegna da sudovest a nordest, da Porto Botte a Olbia. La Francia sarebbe poi interessata a che una sua diramazione raggiungesse anche la Corsica, finora come la Sardegna priva di gas in rete.

Dobbiamo augurarci che il governo Meloni si impegni a rimettere in corsa il progetto, come peraltro anche l’Algeria sollecita. D’altra parte il Pnrr dovrebbe servire ad imprese strategiche di queste dimensioni, e non a creare fiammate di ripresa dell’occupazione magari intense ma di breve durata.

10 dicembre 2022

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Informazioni su Robi Ronza

Giornalista e scrittore italiano, esperto di affari internazionali, di problemi istituzionali, e di culture e identità locali.
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Una risposta a Torna in scena il Galsi, il gasdotto Algeria-Italia via Sardegna,  l’occasione persa nel 2013

  1. cesare chiericati ha detto:

    La diversificazione dei fornitori di gas dovrebbe stare alla base di qualsiasi assennata politica economica, anche nei periodi di vacche grasse. Nel caso da te esaminato in tempi non sospetti le priorità erano evidentemente altre, ma a tutt’oggi è difficile se non impossibile sapere con esattezza quali fossero

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