Tra gli argomenti a tema dell’incontro di quest’oggi a Roma tra Giorgia Meloni e Ursula von den Leyen uno dei principali è quello dei 12 obiettivi che l’Italia deve raggiungere entro marzo e degli altri 15 a giugno per poter ricevere dall’Ue i 18,4 miliardi della prossima rata di aiuti.
Si tratta di obiettivi che l’attuale governo ha ereditato dal governo Draghi. Di questi cinque riguardano la produzione e distribuzione dell’idrogeno di cui non c’è più molto bisogno visto che nel frattempo i produttori di auto si sono piuttosto orientati verso i motori elettrici. Altri non sono obiettivi strategici ma di semplice buona amministrazione come il potenziamento degli strumenti informatici per contrastare le frodi fiscali e individuare gli evasori totali; misure per favorire l’autosufficienza e il sostegno degli anziani, borse di studio per giovani medici che intendano specializzarsi in medicina generale e così via; e infine piani generali per la costruzione e la riqualificazione di asili-nido e di impianti sportivi. Altri ancora hanno un carattere tipicamente clientelare come il finanziamento della costruzione di nove nuovi studi e altre attrezzature a Cinecittà e quello di insegnanti di sostegno per almeno 17 mila minori fino ai 17 anni iscritti in scuole situate nelle regioni del Mezzogiorno. Altri infine sono irrilevanti per le dimensioni della nostra economia come il sostegno finanziario tramite un Fondo Impresa Donna ad almeno 700 imprese gestite da donne.
Gli obiettivi davvero strategici sono soltanto tre: un nuovo codice degli appalti, le riforme del processo civile e penale, e la riforma del pubblico impiego. Di questi solo la riforma del processo penale e civile è già legge. La prima è in vigore dal 20 dicembre scorso e la seconda lo diventerà il 28 febbraio prossimo. Sul piano pratico però entrambe sono condizionate dalle carenze di personale specialmente amministrativo nei tribunali, problema la cui soluzione dipende molto dalla prospettata riforma del pubblico impiego che il govrerno è impegnato ad attuare “nel primo semestre del 2023”. Infine il codice degli appalti, strumento decisivo per l’avvio e il rapido completamento delle opere pubbliche, è stato approvato dal Consiglio dei Ministri, ma deve ancora passare all’esame del Parlamento.
Meloni mira a ridiscuterne con Von der Leyen alcuni obiettivi, innanzitutto quelli che attengono all’idrogeno e ad ottenere rinvii del termine per l’approvazione di altri, tra cui in primo luogo il codice degli appalti, facendo leva sul fatto che il suo governo è giunto al potere solo da poche settimane. Dobbiamo ovviamente augurarci che riesca nel suo intento, ma resta il fatto che il Paese ha comunque urgente bisogno che quei tre obiettivi davvero strategici vengano poi raggiunti al più presto possibile. Come pure ha urgente bisogno che i prossimi obiettivi, che il nuovo governo negozierà di suo con la Commissione Europea, siano strategici tutti quanti e non soltanto in tre su ventisette.
9 gennaio 2023
Tolti i cinque sull’idrogeno, che sono ad oggi inutili, di strategico per il futuro dell’Italia non c’è nulla
solo il tragico…
Ve li ricordate Ursula e il povero Sassoli sul confine del nord della Grecia a difendere le barricate contro i migranti? No? Che memoria corta!