Come ricostruire una presenza efficace dei cattolici nella vita pubblica italiana

Intervengo nel dibattito aperto da quanto hanno scritto sul settimanale Tempi Giuseppe Zola e poi Raffaele Cattaneo a proposito dell’urgenza della ricostruzione di una presenza visibile ed efficace di cattolici nella vita politica italiana.

È una presenza giustificata non tanto da ragioni storiche: i circa trentacinque anni in cui esistette in Italia la Democrazia Cristiana, un partito sostenuto e proposto dalla Chiesa e peraltro premiato dal consenso della maggioranza relativa degli elettori. Fu questa infatti una circostanza giustificata dalla Guerra fredda e quindi venuta meno insieme ad essa.

La Guerra fredda fu appunto una guerra, con tutta la semplificazione e l’irrigidimento delle varie posizioni che le guerre implicano. Si stava, e si veniva collocati dalla situazione o di qua o di là; poi nel campo in cui si era situati ci si potevano ritagliare posizioni più specifiche, valide però più verso i propri elettori che con riguardo all’azione di governo, la quale doveva seguire comunque i binari fissati dalla potenza predominante tra quelle uscite vittoriose dal secondo conflitto mondiale.

 Oggi la dottrina sociale della Chiesa – che è un corpus di straordinaria completezza e organicità — potrebbe venire finalmente riproposta con maggiori possibilità di attuazione. Ciò che anche oggi giustifica la presenza nella vita politica italiana dei cattolici in quanto tali è piuttosto la presenza nella società nazionale di una miriade di opere che direttamente o indirettamente sono riferibili alla cosiddetta dottrina sociale della Chiesa, nonché di un insieme di contributi al bene comune nei più diversi campi — dall’economia alle relazioni internazionali — che da essa derivano o trovano  espressione specificamente completa. Ho scritto “cosiddetta dottrina sociale della Chiesa” poiché in effetti tale denominazione non rimanda esattamente al suo attuale contenuto. Esso attiene infatti non solo al sociale ma a tutto il civile, insomma a tutto ciò che implica il concreto del lavoro umano su questa terra.

Dando per scontata e inevitabile la diaspora dei cattolici e dei loro amici in vari e diversi partiti, come riportare o meglio portare (dal momento che la Democrazia Cristiana mai ne tenne grande conto) il contributo della dottrina sociale della Chiesa nella vita pubblica? A mio avviso creando un Forum in cui i politici che ad essa affermano di voler fare riferimento spiegano alla luce di essa le loro iniziative, i loro voti, le loro intenzioni. Il chiarimento della posizione di ciascuno e di ciascun gruppo in un pubblico dibattito – non  la decisione su iniziative comuni — sarebbe beninteso l’obiettivo esauriente del Forum. Questo perché altrimenti il confronto verrebbe distorto dalla pressione verso l’obbligato raggiungimento di documenti firmati da tutti o quasi, non si sa poi di quale effetto pratico. La definizione di eventuali linee comuni sarebbe quindi un frutto non obbligato ma eventuale del Forum, che comunque la consuetudine del confronto a lungo andare faciliterebbe.

Chi poi dovrebbe promuovere il Forum e convocarlo? A mio avviso non i politici e i loro gruppi bensì uno stabile insieme di varie opere e organismi cattolici presenti nella società italiana: dalle Acli ad Alleanza Cattolica, dalla Compagnia delle Opere all’Università Cattolica, dalla Focsiv alla Fidae, dalla Caritas italiana all’Ucid, dal Forum nazionale delle Associazioni familiari alla Coldiretti e così via. Ad esse competerebbe di elaborare le domande cui i politici convocati dovrebbero poi dare risposta.

13 marzo 2023

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Informazioni su Robi Ronza

Giornalista e scrittore italiano, esperto di affari internazionali, di problemi istituzionali, e di culture e identità locali.
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2 risposte a Come ricostruire una presenza efficace dei cattolici nella vita pubblica italiana

  1. Saver8 ha detto:

    Gente vecchia e roba vecchia!!! Riproposte ricette degli anni 70. La sussidiarietà serve a far arricchire le aziende dei ciellini. A “Dio, Patria,Famiglia” avete tolto la Patria. Persi in un regionalismo estremo. La vittoria della Meloni vi dice nulla? Ciò che propone lei (difesa di confini ed identità nazionale) in Germania lo faceva Angela Merkel!
    State sempre a menarla con questo dialogo con tutti. Abbiamo bisogno di direzione e guida, non delle canzoncine dei gruppi. Della lagna della relazione si e dei valori non negoziabili no. Di identità e unità. Si ricorda dei suoi articoli in difesa della lingua italiana? Il vostro ideale di moderati è una melassa di affarismo e cambio di bandiera. Avete appoggiato tutti i governi tecnici e vediamo quanti risultati.

  2. Carlo Meazza ha detto:

    Non è un tema che mi riguarda. Da fuori penso comunque che forse basterebbe se un cattolico in politica (ma non solo) rispettasse il Vangelo e la Costituzione fino in fondo e che, per citare altri, i diritti degli altri non tolgono.niente ai diritti dei cattolici …

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