Per la prima volta nella storia la Cina esce dall’Asia e si affaccia sulla scena del nostro continente come possibile mediatore di una crisi fra Stati europei: ecco in sostanza il senso dell’odierno incontro a Mosca, definito “informale”, tra il leader cinese Xi Jingping e il presidente russo Putin.
È questo il bel risultato della maldestra gestione occidentale della crisi russo-ucraina fino alla recente trovata del mandato di arresto spiccato contro Putin dalla Corte Penale Internazionale dell’Aia. Episodio che ci ha anche fatto assistere a quello che si può definire un colmo dell’ipocrisia: Biden che plaude alla decisione presa da una Corte internazionale cui gli Stati Uniti non aderiscono (come peraltro non aderisce nemmeno la Russia).
Dovrebbe essere evidente che con il mandato di arresto contro Putin è stata chiusa la porta a qualsiasi seria trattativa di pace: un’eventualità che era al momento già bloccata dalla pretesa di Zelensky che i russi si ritirino dai territori ucraini da loro occupati come conditio sine qua non dell’avvio di negoziati. In effetti premessa alle trattative tra due Stati in guerra è sempre stato l’armistizio, ovvero la sospensione delle ostilità tra le opposte forze armate ciascuna delle quali si ferma là dove si trova al momento; non il previo accoglimento di quanto viene richiesto da una delle parti.
Giungendo nella capitale russa per una visita di due giorni Xi Jinping, al suo primo viaggio all’estero da quando è stato rieletto per un terzo mandato come capo di Stato cinese, ha dichiarato che “La Cina e la Russia sono buoni vicini e partner affidabili”, e di essere” fiducioso che la visita sarà fruttuosa e darà nuovo impulso allo sviluppo sano e stabile delle relazioni Cina-Russia di partenariato globale e cooperazione strategica in una nuova era”. Ha dichiarato inoltre che “Russia e la Cina intendono lavorare insieme per promuovere il “multilateralismo” e la “governance globale in una direzione più giusta e razionale”, sulla base dei principi delle Nazioni Unite. Non ha quindi fatto esplicito cenno alla guerra in Ucraina, ma non ce n’era bisogno, e d’altra parte ha definito Putin “un caro amico”. Ci sono cioè tutte le premesse per una mediazione cinese tanto più che Pechino ha già messo sul tavolo una sua proposta di pace in dodici punti peraltro molto ragionevole (vedi https://www.agi.it/estero/news/2023-02-24/ucraina-dodici-punti-del-piano-di-pace-cinese-20250285). E adesso con il macigno del mandato di arresto della Corte Penale Internazionale contro Putin, con l’Europa gigante economico ma nano politico, con le Nazioni Unite evanescenti, e con la disponibilità della Santa Sede ignorata da tutte le parti in causa, che cos’altro può restare come possibile mediatore se non la Cina? Con tutte le conseguenze nel lungo periodo che ci toccherà di vedere.
20 marzo 2023
Robi, sugli errori dell’Occidente dopo Pratica di Mare siamo tutto d’accordo ma mettiti un attimo nei panni degli ucraini: dopo un anno di guerra, 150.000 morti (almeno), 700 miliardi di dollari di danni (almeno) dovrebbero accettare il fatto compiuto e perdere un quinto del loro territorio (quello più ricco di materie prime)
in cambio di cosa? A cosa rinuncerebbero i russi con un armistizio oggi come lo propone Xi?
Non si tratta di accettare. E’ che non si può pretendere — e mai è accaduto prima di oggi — che condizione per aprire una trattativa sia la previa accettazione della principale tra le proprie richieste . L’unica ovvia premessa è l’armistizio, ossia che le forze contrapposte si fermino là dove sono e sospendano le ostilità.
e invece si tratta proprio di accettare, non da parte nostra ma da parte delle persone offese ovvero gli ucraini. La pace la devono fare innanzitutto le parti in causa. Tu accetteresti una tregua con il Friuli e parte del Veneto occupati da una potenza straniera? Nel 1917 non la accettammo.
Robi, ma davanti al rapimento di migliaia di bambini deportati in Russia e là “rieducati”, (tralasciamo le fosse comuni, i morti, le distruzioni) a me sembra che il mandato di cattura per crimini di guerra sia legittimo, al di là delle valutazioni di opportunità. È ormai evidente tra l’altro che Putin (lo aveva anche detto lui) pensava in un batter d’occhio di prendersi tutta l’Ucraina considerandola “sua”. Ha trovato una resistenza inaspettata e adesso siamo tutti dentro una guerra, ma cosa dovevano fare l’occidente e l’Ucraina? Niente e aspettare che poi toccasse ad altri paesi limitrofi d’essere invasi?