Non c’è alcuna emergenza climatica

Sarebbe bello capire perché mai l’Onu affermi come assolutamente certa la tesi dell’origine soltanto antropica dei cambiamenti climatici in corso, e il sistema mediatico internazionale la riversi come pensiero unico nelle teste della gente in tutto il mondo. In Italia è specificamente attivo al riguardo il TG1 della Rai, che aderisce a una catena internazionale di telegiornali impegnati a diffondere tale tesi e la correlativa paura di un’apocalisse climatica prossima ventura.

Strumento chiave di questa manipolazione è un gruppo di lavoro ad hoc, lo Intergovernamental Panel for Climate Change, IPCC,  fondato nel 1988 da due organismi delle Nazioni Unite, l’Organizzazione meteorologica mondiale, OMM, e il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, UNEP, e composto esclusivamente da sostenitori di tale teoria.

Non si tiene invece in alcun conto, e anzi si nasconde l’esistenza di altri organismi che, avendo studiato il problema, sono giunti a conclusioni del  tutto diverse. Ad esempio il Climate Intelligence, Clintel, clintel.org, con sede ad Amsterdam,  cui aderiscono 1516 esperti di dieci Paesi diversi, secondo cui tali cambiamenti sono un fenomeno naturale ricorrente. Di Clintel sono membri tra gli altri Franco Prodi e Antonino Zichichi.

Clintel ha pubblicato una dichiarazione del titolo «There is no climate emergency» (Non c’è alcuna emergenza climatica) nella quale si sostiene che “Dall’archivio geologico emerge chiaramente che il clima della Terra ha variato da quando esiste la Terra, con fasi fredde e calde. La Piccola Era Glaciale è finita non più tardi che nel 1850. Quindi non sorprende che adesso stiamo sperimentando un periodo di riscaldamento (…)”. E si osserva che “il mondo si è riscaldato significativamente meno di quanto l’IPCC aveva previsto sulla base di un modello basato su una forzatura della componente antropologica”. Nel documento si criticano i modelli di clima che usa l’IPCC i quali: “Sovraccaricano l’effetto di gas serra come la CO2 e per di più ignorano il fatto che arricchire l’atmosfera di CO2 ha un effetto benefico”.

Nel documento si conclude che “Non c’è alcuna emergenza climatica. Pertanto non c’è alcun motivo di panico e di allarme. Ci opponiamo fermamente alla nociva e irrealistica politica di azzeramento delle emissioni di CO2 entro il 2050. Se si individueranno degli approcci migliori, e certamente se ne individueranno, avremo tutto il tempo per riflettere e per adattarci. L’obiettivo di una politica globale dovrebbe essere la ‘prosperità per tutti’ grazie alla disponibilità “ in ogni momento di energia affidabile ed accessibile (…)”.

Perché allora pretendere che quella dell’origine esclusivamente antropica del riscaldamento globale  sia una verità indiscutibile? Probabilmente per un motivo molto più politico che scientifico, ma d’importanza cruciale: dalla pretesa origine sostanzialmente umana del riscaldamento globale deriva la necessità di un governo mondiale a legittimazione non democratica ma “scientifica” che guidi l’umanità al ritorno verso una situazione pre-industriale. Dal riconoscimento invece dell’origine sostanzialmente naturale del riscaldamento deriva l’urgenza di politiche di adattamento nazionali e non mondiali ed a legittimazione tendenzialmente democratica.

22 marzo 2023

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Informazioni su Robi Ronza

Giornalista e scrittore italiano, esperto di affari internazionali, di problemi istituzionali, e di culture e identità locali.
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5 risposte a Non c’è alcuna emergenza climatica

  1. Marinella Malacrea ha detto:

    Segnalo in proposito il libro di Ernesto Pedrocchi, amico ed emerito di Energetica al Politecnico di Milano, essenziale e documentato, “Il clima globale cambia: quanta colpa ha l’uomo?” (Esculapio, 2019). L’autore sarà presente il 25 marzo al PIME in un seminario dedicato al tema

  2. Carlo Meazza ha detto:

    A me lo spirito di questo scritto ricorda quello del marzo 2020…ma quale virus pericoloso? È poco più di una influenza…150000 morti nella sola Italia! Comunque se non viene a piovere per un mese ne riparliamo la prossima estate? Come si fa a prendere decisioni diverse, paese per paese, per contrastare un problema che riguarda il mondo? Autonomia differenziata anche qui? Intanto continuiamo pure a fare le cicale diffidenti, a dire sempre e comunque che il problema è un altro, che noi sappiamo quale è e lasciare intendere che c’è un complotto internazionale..Vero, la televisione fa male, lo cantava già il grande Jannacci….

    • Robi Ronza ha detto:

      Nel documento di Clintel non si discute sul fatto che il clima sia cambiato. Si afferma però che l’origine del cambiamento è naturale, non antropica. Quindi .non è al cambiamento del processo che si deve puntare (con spese enormi e sacrifici impossibili) bensì all’adattamento. E questo implica politiche diverse come è diverso l’impattto del fenomeno nelle varie parti del mondo.

  3. Viviana Castelli ha detto:

    Nunc dimittis…

  4. Luca ha detto:

    Io non ho gli strumenti per capire se tra l’aumento della CO2 e quello delle temperature ci sia una correlazione spuria o uno di causa-effetto. Certamente trovo assurdo che chi esprime posizioni eterodosse rispetto al pensiero mainstream venga tacciato di “negazionismo”, con un accezione morale negativa e ricattatoria.

    Di certo mi preoccupa l’immediato futuro: vedere i fiumi della pianura padana in secca mi fa impressione, vedere letteralmente scomparire dalle mie amate montagne dove un tempo andavo a scalare, mi fa venire il magone.

    E’ anche vero che pochissimi e, con tutto il rispetto, tra questi anche anche lei dottor Ronza, hanno gli strumenti per poter dare risposte definitive. La scienza stessa funziona per ipotesi: il punto è che, se riteniamo che siano plausibili quelle sul contributo antropico al cambio climatico, non possiamo aspettare decenni per avere la certezza matematica prima di agire.

    Inferire che le strategie di lotta al cambio climatico siano uno strumento di sopraffazione delle elite mondialiste (questo il succo) mi sembra la classica operazione che non può essere mai smentita in quanto mai verificabile.

    All’atto pratico, molte strategia di lotta sono comunque utili perché abbattono l’inquinamento. Ma, soprattutto le strategie di adattamento non cambiano a seconda della causa del cambio climatico: per esempio, l’acqua rischia diventare un bene scarso. L’industria deve consumarne di meno, punto Sono trent’anni che, tanto per nella pianura padana, si capta acqua per l’agricoltura in modo indiscriminato e del tutto inefficiente. Mi concentrerei su questo invece di fare del complottismo inutile.

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