Leggi. La trappola dei decreti attuativi

Dal momento che l’attuale maggioranza si è posta come suo obiettivo primario quello di rendere più rapida ed efficiente l’azione di governo, c’è da augurarsi che voglia incidere non soltanto sulla formazione delle leggi ma anche su tutto ciò che ne rallenta l’effettiva entrata in vigore, tra cui in primo luogo il sistema dei decreti attuativi.

All’inizio del mese scorso, secondo Il Sole 24 Ore, restavano in Parlamento ancora da approvare 544 decreti attuativi, e di questi 203 oltre la scadenza entro la quale avrebbero dovuto venire votati. Dei 544 sono 335 quelli relativi a leggi di iniziativa dell’attuale governo mentre il resto riguardano leggi votate da governi precedenti.

Durante la XVIII legislatura (2018-2022) sono state approvate in totale 315 leggi, 93 delle quali (il 29,5%) hanno richiesto almeno un decreto attuativo. Inoltre anche 50 decreti legislativi che richiedono almeno un decreto del genere.

I decreti attuativi delle leggi, che sono una delle tante eredità della Guerra fredda. Siccome il Pci era allora comunque escluso dal governo, i decreti attuativi, elaborati e approvati senza che mai se ne parli, servivano ad introdurre norme e stanziamenti graditi al Pci che però la Dc preferiva non includere nelle leggi.  Trattandosi poi di un meccanismo molto utile anche alle lobbies di ogni colore, questa prassi non è stata finora messa in discussione.

Perché resti al Parlamento un controllo effettivo sulle norme di attuazione delle leggi basterebbe fissarle con i decreti attuativi ministeriali che entrassero in vigore due-tre settimane dopo la loro firma, e in tale lasso di tempo dare la possibilità al Parlamento, su richiesta di un certo numero di parlamentari, di esaminarli e di votare su di essi.

Già adesso, grazie alla grande eco radiotelevisiva all’approvazione di un progetto di legge governativi da parte del Consiglio dei Ministri, si dà l’impressione alla gente che sia ormai entrata in vigore una legge che in realtà è appunto solo un progetto, che deve essere ancora esaminato  e votato dal Parlamento. Quando poi una legge è in vigore, se è importante di solito richiede decreti attuativi. Quindi in realtà resta lettera morta finchè questi non verranno redatti ed approvati, ossia come abbiamo visto, anche quando il governo autore della legge non esiste più.

4 giugno 2024

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Informazioni su Robi Ronza

Giornalista e scrittore italiano, esperto di affari internazionali, di problemi istituzionali, e di culture e identità locali.
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