Incoronata Boccia e il tabù dell’aborto

La bufera mediatica che si è sollevata contro Immacolata Boccia, la vicedirettrice del TG 1 che ha osato dire in televisione una cosa ovvia, ossia che l’aborto è un omicidio, la dice lunga sui limiti che l’ordine costituito della cultura dominante ha fissato alla libertà di opinione e di espressione nel nostro Paese.

 Che l’aborto sia un caso di omicidio (e lo è evidentemente essendo l’embrione uno di noi) lo può dire il Papa, lo si può scrivere su un sito come il mio e infatti io l’ho scritto più volte, e anche su giornali di scarsa diffusione, ma non in tv, non nelle radio a diffusione nazionale. 

Dicendo che il suo giudizio è che sull’aborto “stiamo scambiando un delitto per un diritto” Incoronata Boccia ha violato questo tabù e allora apriti cielo! Non importa nemmeno che abbia premesso che lo diceva “lungi dal giudicare le storie e le persone”, ma per affermare un principio.

 “Che cosa spinga una donna a definire delitto un diritto che in Francia è in Costituzione, resta un mistero”, replica la capogruppo dei deputati del Pd Braga per la quale chissà perché la Costituzione della Francia è sacrosanta. La quale Braga poi aggiunge che è un mistero “di cui lei, la giornalista Incoronata Boccia risponderà alla sua coscienza, ma di cui devono rispondere anche i vertici Rai“. “Può ancora ricoprire il ruolo di vice direttrice del principale tg del Paese chi offende le donne e le leggi?”, si domanda infatti la deputata dem, che conclude: “C’è un problema nella più grande azienda culturale italiana che va dalla censura all’offesa delle leggi dello Stato. Vergognoso e inaccettabile“. Vergognoso e inaccettabile?  Alla Rai, in televisione insomma non vale l’art. 21 della Costituzione italiana a norma del quale “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”?. Strano per gente che di solito ama definire la nostra Costituzione “la più bella del mondo”.

23 aprile 2024

Informazioni su Robi Ronza

Giornalista e scrittore italiano, esperto di affari internazionali, di problemi istituzionali, e di culture e identità locali.
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