“(…) ogni campanile, ogni borgo è un pezzo della nostra identità da difendere. Penso in particolare a quelli che si trovano nelle aree interne, nelle zone montane e nelle terre alte, che hanno bisogno di uno Stato alleato per favorire la residenzialità e combattere lo spopolamento”, ha detto fra l’altro il nuovo presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, presentando il suo governo alla Camera lo scorso 25 ottobre.
Sullo spunto di queste parole qualche giorno dopo il sindaco di Malesco in Val Vigezzo (Verbano-Cusio-Ossola) ha scritto al nuovo ministro dell’Ambiente riaprendo la questione del lupo, che fra l’altro sta tornando anche nel territorio del suo comune. “È giunta l’ora di prendere in seria considerazione il tema. Occorre trovare una soluzione a qualunque costo”, scrive il sindaco, Antonio Barbazza, intendendo così dire anche a costo di una campagna di abbattimenti del predatore. Nel maggio scorso Barbazza aveva già scritto al riguardo una lettera aperta alle istituzioni rimasta senza risposta. Nelle ultime settimane i lupi hanno predato fino in Val Loana, una piccola convalle a pochi passi dall’abitato di Malesco e di quello di Santa Maria Maggiore, frequentato centro turistico. “La situazione si è ulteriormente aggravata”, ha dichiarato Barbazza a La Stampa, “nonostante che gli allevatori abbiano cercato di trovare tutti gli accorgimenti per fronteggiare quella che è diventata una vera e propria emergenza. Penso sia venuto il momento di agire in modo incisivo. È provato che la coesistenza tra uomo e lupo non è possibile oggi come non lo era in tempi più lontani”.
E si tenga poi conto che ai capi sbranati, gli unici per cui è previsto un modesto indennizzo, che arriva di solito con grande ritardo, si devono aggiungere le perdite di animali che fuggendo il lupo precipitano in dirupi, gli aborti di pecore gravide e lo stress subito in generale da quelle che pure si sono salvate. Particolarmente colpiti sono i greggi di piccoli allevatori, per i quali la custodia permanente di un pastore sarebbe una spesa insostenibile, ma nemmeno i grandi greggi sono al sicuro perché i rimedi proposti dai sostenitori del ritorno ovunque del lupo, ossia la costruzione di recinzioni e l’impiego di cani da difesa, sono spesso impraticabili: le recinzioni costano molto e finiscono per essere valicate e i cani da difesa, diversi dai cani pastore, attaccano chiunque arrivi in prossimità del gregge, non solo i lupi ma anche gli escursionisti.
Il lupo è attualmente intoccabile a motivo di una convenzione firmata a Berna nel 1979, quando stava per estinguersi, ma da allora– come in questo sito abbiamo più volte ricordato – la situazione è assai mutata. Occorrerebbe perciò rivederla, ma finora gli Stati firmatari, Italia compresa, non l’hanno voluto fare per non doversi scontrare con opinioni diffuse nelle grandi masse urbane che del lupo hanno l’immagine benevola che propinano i cartoni animati. In tale prospettiva l’Unione Europea con il suo programma Life Wolfalps spende somme ingenti per sostenere e finanziare la presunta possibile prossimità tra uomini e lupi sulle Alpi.
7 novembre 2022
Robi, però nel precedere commento non hai risposto circa le percentuali dei migranti che arrivano con le ong e quelle con Guardia di Finanza, Marina militare e guardia costiera. Poi non hai detto niente nemmeno sul linguaggio di Piantedosi a proposito dei migranti rimasti sulle navi: “carico residuo”…
Non era quello il punto. Mi interessava sottolineare il caso di queste ong nordeuropee che mandano navi nel Medirerraneo a raccogliere migranti che poi portano in Italia. Riguardo al linguaggio del ministro non vedo perchè dovrei dare io un giudizio tanto più che non mi sembra un modo di esprimersi particolarmente censurabile.
Migranti come “carichi residui”? Non è questione di censurare? Ma non c’è differenze tra persone e sacchi rimasti sulla nave? Ma il linguaggio è importante o no? E perchè ong straniere non dovrebbero fare il loro lavoro nel Mediterraneo rispettando il diritto del mare e quello internazionale? Chiedevo delle percentuali perché prendersela con le ong è propaganda politica frutto del mainstream visto che, mi sembra, i migranti che arrivano con loro è poco non arriva al 20%.
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Qui nel Lazio, nel silenzio più assoluto si trovano parecchi lupi, mangiano caprioli, pecore, si avvicinano agli umani, io vivo in campagna, il mio cane si nasconde in macchina quando gira il vento da sud, nella macchia sul confine con il mio terreno c’è un lupo, un maschio rimasto dopo l’estate, prima c’era la lupa con due cuccioli.
È completamente folle avere predatori del genere a 300 metri di altitudine posso capire in montagna
In effetti ormai sono scesi anche in pianura, ma mi lasci dire che non va bene che ce ne siano in prossimità dell’uomo nè in pianura nè in montagna.
Purtroppo sono stati portati, fa parte di quelle “manipolazioni” che l’uomo opera sull’ecosistema senza calcolare, o forse si, gli effetti delle azioni intraprese.
Tra l’altro sono protetti, se per caso qualcuno si azzardasse ad eliminare il problema incorrerebbe in pesanti sanzioni.
Nel centro sud c’è un proliferare di cani abbandonati che si sono inselvatichiti e diventati pericolosi, assomigliano molto ai lupi che però non amano, da quanto si sa, avvicinarsi a dove c’è l’uomo. Siamo sicuri che anche al nord siano davvero lupi?